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25 APRILE, DOLCE DORMIRE

aprileOggi si festeggia il settantesimo anniversario del 25 aprile e molti degli italiani che diedero la vita per liberare l’Italia dalla dittatura e dagli invasori si staranno rivoltando nella tomba. Quantomeno, si staranno chiedendo che diavolo andiamo a festeggiare. Certe domande, i morti riescono a farsele con più lucidità e coscienza dei vivi addormentati. Mentre è tutto un fiorire di cerimonie e corone deposte agli altari della Patria, un susseguirsi di marce e di parate e di colpi di cannoni a salve, un tripudio di paginoni sui quotidianoni a commemororar la ricorrenza, nessuno si accorge che il nazi-fascismo è finito giusto settant’anni fa, più o meno lo stesso arco temporale che separa la fine della seconda guerra mondiale dalla breccia di Porta Pia. E se almeno una parte delle energie (ben) spese per ricordare chi ci ridiede la libertà nel Quarantacinque, le usassimo per dare un’occhiata al nostro presente forse ci accorgeremo dell’urgenza di un’altro Quarantacinque e di un’altra Liberazione. Magari scopriremmo che il Parlamento bicamerale sorto dalle macerie del tunnel più buio della nostra Storia sta per essere soppiantato da una cameretta ricreativa per servili nominati. Oppure che, già ora, quasi tutte le leggi licenziate dai nostri ‘eletti’ sono semplicemente un ‘copia-incolla’ delle norme decise in quel simulacro di patria  in cartongesso chiamato Europa. La 234/2013 (“Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea”) istituzionalizza i famosi ‘compiti per casa’. Entro il 28 febbraio di ogni anno, i parlamentari dello stato sedicente sovrano detto Italia devono adeguare l’ordinamento nazionale a quello comunitario ‘recependo’ d’amblè decisioni prese altrove. Dunque, in questo fausto dì, celebriamo il settantesimo anniversario di una libertà cui abbiamo abdicato per legge. Ma chissenefrega. Nell’epoca delle rivoluzioni tradite, è normale l’uso di parole distorte per celare l’odiosa verità dei fatti. Come recitano alcuni slogan del partito Socing, nel capolavoro di Orwell (1984): “la menzogna diventa verità e passa alla storia” e “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”. Quindi torniamo pure a brindare alla festa della liberazione. I morti non sono invitati, ma per i vivi dormienti ci sono solo posti in piedi.

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